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Commissione Regionale Missionaria 17 maggio 2012

LAICATO MISSIONARIO

LAICATO E MISSIONE

                Don MAURIZIO COCCOLO (dir. Del CUM)

Laicato e missione: un campo che necessita ancora di approfondimento!

La missione laicale ha seguito un percorso di crescita, passando attraverso fasi successive:

  • Si è iniziato con un volontariato missionario, dedito alla realizzazione di progetti specifici di sostegno-aiuto..
  • Negli anni ‘70-’80 alcuni laici diventano “collaboranti” nel problema missionario, sostenuti da motivazioni  di tipo religioso, con una scelta più profonda..
  • Dopo il Concilio si capisce che il laicato deve essere “soggetto di missione”: evangelizzazione e promozione umana non si possono scindere, sono parti essenziali della missione..

Ne deriva che il laicato missionario

  • non è in funzione del colmare i vuoti creati dalla carenza di preti missionari
  • ma è espressione più completa del soggetto “Chiesa” chiamata ad essere missionaria come requisito essenziale del suo mandato: la professionalità laicale deve essere valorizzata come elemento essenziale della missione della Chiesa.
  • Richiede una formazione accurata ad hoc: anche esperienze limitate nel tempo devono essere scelte di vita che “segnano” la vita del volontario e sono insieme “segno” per la comunità

Chi fa una scelta di “missione laica” deve tenere presente alcune cose:

  • Un’esperienza prolungata per alcuni anni non è una scelta per tutti: richiede un certo coraggio!
  • La pienezza di vita non dipende necessariamente dal partire o non partire
  • Se la scelta coinvolge una coppia, ognuno dei componenti deve essere rispettato nel suo modo di vedere e valutare l’esperienza senza forzature
  • La comunità è essenziale in tutta l’esperienza missionaria: si parte inviati da una comunità (o gruppo di famiglie di sostegno) e si rientra nella stessa comunità
  • Si parte perché si è “missionari”, ma la “missione” si vive prima e dopo l’esperienza  missionaria soprattutto  nel proprio ambiente

     Base indispensabile per una missionarietà vissuta:

  • Amare la quotidianità della propria vita ovunque si svolga
  • Amare la provvisorietà e la flessibilità in tutte le problematiche (previdenza, sanità, scuola, ente di riferimento per invio e per accoglienza..)
  • Forte spiritualità basata sull’Amore ricevuto gratuitamente e donato gratuitamente..

   Il problema del rientro:

      È molto diverso lo stato d’animo da quando si progetta la partenza e si vive l’esperienza in missione: bisogna seguire attentamente chi rientra!

      La comunità deve prepararsi al rientro di  chi fa fatto un’esperienza missionaria prolungata per aiutare il reintegro, superando le difficoltà del reinserimento nella normalità della vita nel proprio ambiente

 

PAOLA E ORAZIO offrono la propria testimonianza dell’esperienza fatta per 4 anni e mezzo a Teresina (NE Brasile) dopo essere partiti nel 1975:

        Chi parte non è “truppa scelta” ma bensì uno che cerca una “novità evangelica” per la propria vita!

Tre parole d’ordine guidano la scelta missionaria:

  • VOCAZIONE:        si tratta di una chiamata personale ad una scelta di vita
  • ESSENZIALITA’:    la sobrietà come stile di vita evangelica
  • ACCOGLIENZA:    la porta della nostra vita deve sempre essere aperta a chi bussa..

Chi rientra continua la “scelta missionaria” nella propria comunità,

traendo frutto dall’esperienza fatta in terra di missione e

aiutando la comunità a coltivare e sviluppare la chiamata missionaria.

18/05/2012

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